Il mare negli occhi è un poema silenzioso

 

di Alessandro Rosati

La notte è piombata, come una scure, su un giorno lungo. In lontananza lampi illuminano silenziosi tutto attorno. È l’ennesimo temporale in pochi giorni: segno che Estate si sta trascinando stancamente verso il suo epilogo.

Sulle spalle porta un vecchio bagaglio carico di memorie, stipate alla rinfusa nel vano tentativo di non dimenticarne neanche una. Impresa ardua. Sottobraccio, invece, un album di foto. È pieno zeppo di momenti strappati all’oblio della dimenticanza. Ci sono immagini che odorano di alghe spiaggiate, altre lunghe come notti felici e insonni, altre ancora che suonano le onde del mare come arpe invisibili.

Tra tutte ne spunta una, la più bella, riposizionata forse nella fretta. Sembra quasi che lei, Estate, l’abbia guardata un’ultima volta prima di incamminarsi per la sua strada del non ritorno. Bisogna immaginarsela, mentre la rigira tra le dita, la osserva, ci gioca. Pare che non la voglia lasciare andare, come se la volesse bloccare in un presente incerto, piuttosto che in una memoria sicura. Però ci sono storie che valgono l’attimo di un lampo, il tempo di un tramonto, l’infrangersi di un’onda: inutile provare a fermarle. Almeno, così deve aver pensato Estate, abituata com’è alla sua condizione effimera. Così deve aver riflettuto, mentre si decideva a riporre meticolosamente quella foto che adesso spunta dall’album. Leggi tutto “Il mare negli occhi è un poema silenzioso”

Un inno alla fugacità della vita

 

di Alessandro Rosati *

Flora è un nome qualunque. Un nome qualunque aggrappato ad un viso qualunque. Un nome letto, di sfuggita e un po’ sottecchi, sul cartellino di un enorme valigia, una di quelle che si è soliti portare per lunghi viaggi.

Capelli lunghi e animati da un leggero movimento ondulatorio ricadono sulle spalle di Flora. Qualche nota dorata mitiga il castano scuro naturale: dettagli che lasciano pensare ai giorni passati, sicuramente soleggiati e probabilmente passati su qualche spiaggia della Toscana. Nonostante un accenno di abbronzatura, fitte lentiggini tradiscono un’evidente carnagione chiara.

In viso, un sorriso accennato lascia trapelare una tenerezza d’animo. O almeno così sembra di leggere nel vitreo verde dei suoi occhi, assonnati ma non per questo meno vivaci.

Quella di Flora non è una bellezza che rapisce: un viso qualunque, in un giorno di luglio qualunque. Dolce e grazioso, ma pur sempre confondibile tra mille altri. Leggi tutto “Un inno alla fugacità della vita”

Il mio amico Federico

di Michele Puccini

Migliaia di volte ci è capitato di approcciarci a temi complessi e situazioni che ci appaiono molto più grandi di noi, ma spesso essi sono più semplici di quanto non sembrino, infatti basterebbe semplicemente una lettura in chiave storica degli eventi per riuscire a risolverli e gestirli in modo consapevole. L’uomo ha sempre avuto il desiderio di dominare la storia e di essere ricordato in maniera indelebile all’interno di essa. Molti sono i modi in cui si è cercato di farlo: conseguendo grandi successi militari oppure realizzando nuove scoperte, ma anche distinguendosi per le proprie doti umane e morali,restando così impressi nella memoria collettiva per la persona che si è stati. Molto spesso non sono i grandi della storia che influenzano il nostro privato o le nostre decisioni: sono molto più potenti per incoraggiarci, o anche per abbatterci, le parole di un genitore o di un nonno, magari anche di una “guida spirituale” o di un Professore. Noi ragazzi, in particolare, passiamo a scuola la maggior parte del nostro tempo ed è inevitabile trovare delle figure che per noi diventano “di riferimento”, a cui ci ispiriamo e che vorremmo, in futuro, imitare per caratteristiche e qualità.È proprio il desiderio di cui ho parlato prima, di stare ancora un po’ più a lungo con i propri Cari, anche se questi non ci sono più oppure di fermarsi e di restare più tempo con chi pensiamo che stia per lasciarci che ci spinge a tenere lettere, fotografie, ritagli di giornale, album e libri come ricordi indelebili all’interno di una capsula del tempo come ricordi di una “memoria comune”. Leggi tutto “Il mio amico Federico”

Dialogo sopra i sistemi della vita e della morte.

di Michel Puccini

Una cosa che accomuna e ha avvicinato tutti gli uomini nel corso della storia è proprio il desiderio di vivere pienamente liberi e lontani da quelle imposizioni che ne minavano la possibilità di agire. Nonostante ciò, l’uomo ha accettato delle condizioni, anche a discapito del proprio “io”, per mettere davanti la collettività e rientrare in un disegno di leggi volute dalla civiltà a cui apparteneva. Talvolta queste leggi si sono però rivelate ingiuste, improduttive, se non addirittura dannose per la società stessa. Eppure valori come la schiavitù, le discriminazioni o le separazioni di classe sono stati per moltissimo tempo valori portanti della nostra cultura. Tra tutti i diritti di cui l’uomo dispone secondo il liberalismo quello principe è proprio la vita. Essa ci permette di rimodellare il mondo circostante e di diventare artefici del nostro destino.

Ma la vita è davvero un diritto universale?

Molti sono i testi all’interno della storia in cui la vita dei cittadini non viene messa sullo stesso piano bensì vengono assegnati premi o punizioni differenti in base alla classe sociale a cui si apparteneva. Nemmeno la famosa “legge del taglione” del Codice di Hammurabi, conosciuta per antonomasia per infliggere una punizione pari all’offesa secondo il principio “occhio per occhio, dente per dente”, era uguale per tutti e consentiva di applicare la pena di morte nei confronti di un omicida solo se la vittima uccisa era un uomo libero, appartenente almeno alla sua stessa classe sociale o superiore. Leggi tutto “Dialogo sopra i sistemi della vita e della morte.”